giovedì 25 gennaio 2001

il giudizio e il suo rifiuto (3a parte)


Ancora il vuoto e l’incapacità di ascoltare. Molte immagini intorno, persone, presenze che non ho saputo contattare.

C’è un’emozione, un vissuto dietro ognuno, un tentativo di comunicazione, di mostrarsi, vorrei avvicinarmi, ma sento a volte di poter invadere incontrovertibilmente un confine, anche solo con le parole.

Mi chiedo: “sono almeno in grado di ascoltare?” 

Ascolta e osserva, ascolta e osserva, sì ma la tendenza più forte a volte è quella di vuotare il sacco... e la narcisistica aspettativa di essere confermato.. “Sì, hai ragione!!!”

Ma quando arriva il NO...?!

Bene, quel NO mi toglie un pò di me, un pezzo del mio investimento, una parte del mio sangue, una parte d’ossigeno...

Come in una lotta impari tra conferma ( amore incondizionato) e disconferma (rifiuto e abbandono), sento l’”edificio dell’Io” perdere qualche pezzo e la paura di un crollo imminente.

Una pietra scagliata contro l’edificio del mio “Io” diventa una consapevolezza dolorosa della mia fragilità. Non è detto che l’edificio cada in frantumi, ci sono basi e anche solide, ma un antico retaggio di abbandono, uno scricchiolìo minaccioso riaccendono l’allarme.

Il contatto del resto è una parte sensibile della comunicazione e se mi fossi sbagliato? se invece di una pietra in fondo si trattasse di una “chiave”... ?